Municipium
Descrizione
Nel 79esimo anniversario della battaglia di Isolabella, la popolazione di Cisterna ricorda il sacrificio dei Rangers, lo speciale reparto militare addestrato per operazioni d’assalto sul territorio nemico fondato dal generale William Orlando Darby.
«La nostra città – ricorda il Sindaco, Valentino Mantini –, suo malgrado, divenne protagonista di una delle pagine più cruente e dolorose della storia italiana e statunitense. All’indomani dello sbarco alleato di Anzio-Nettuno, Cisterna divenne uno snodo viario strategico per la liberazione della Capitale, sia per la linea ferroviaria che per l’Appia.
Per questo la notte tra il 29 e 30 gennaio il I e III Battaglione Ranger composto da 767 giovani soldati, tentò di infiltrarsi nelle campagne tra Nettuno e Cisterna allo scopo di aprire la strada per un’azione militare mirata alla liberazione della città dalle truppe naziste.
L’operazione purtroppo fallì e, forse a causa di una intercettazione, i soldati americani si trovarono al centro di un agguato tedesco. Armati con artiglieria leggera, resistettero per ore in uno scontro impari con i mezzi corazzati tedeschi pagando un pesantissimo tributo di vittime, feriti, dispersi e prigionieri. Solo 6 di loro riuscirono a ricongiungersi alle linee alleate.
La città di Cisterna rimase così in mano tedesca ancora per lungo tempo, teatro di numerosi e sempre più violenti scontri e bombardamenti.
La popolazione subì pesantemente il dramma della guerra con morti, violenza, stenti e nascosta per 56 giorni nel sottosuolo fino al 19 marzo 1944, quando giunse l’ordine di sfollare la città.
Cisterna, infine, venne definitivamente liberata dagli alleati circa due mesi più tardi consentendo alle truppe americane l’ingresso a Roma».
«A quei tanti giovani americani che lasciarono le proprie case e famiglie e che trovarono la morte per liberare il nostro popolo e la nostra città dall’invasore, è dedicato il gemellaggio con la città di Fort Smith e rivolgiamo la nostra gratitudine.
Le colonne di Isolabella, che conservano i fori dei proiettili della battaglia, sono monumento e testimonianza del loro estremo sacrificio, ma debbono essere anche lezione dell’assurdità di ogni guerra, una lezione che a distanza di 79 anni l’umanità non ha ancora imparato».
«La nostra città – ricorda il Sindaco, Valentino Mantini –, suo malgrado, divenne protagonista di una delle pagine più cruente e dolorose della storia italiana e statunitense. All’indomani dello sbarco alleato di Anzio-Nettuno, Cisterna divenne uno snodo viario strategico per la liberazione della Capitale, sia per la linea ferroviaria che per l’Appia.
Per questo la notte tra il 29 e 30 gennaio il I e III Battaglione Ranger composto da 767 giovani soldati, tentò di infiltrarsi nelle campagne tra Nettuno e Cisterna allo scopo di aprire la strada per un’azione militare mirata alla liberazione della città dalle truppe naziste.
L’operazione purtroppo fallì e, forse a causa di una intercettazione, i soldati americani si trovarono al centro di un agguato tedesco. Armati con artiglieria leggera, resistettero per ore in uno scontro impari con i mezzi corazzati tedeschi pagando un pesantissimo tributo di vittime, feriti, dispersi e prigionieri. Solo 6 di loro riuscirono a ricongiungersi alle linee alleate.
La città di Cisterna rimase così in mano tedesca ancora per lungo tempo, teatro di numerosi e sempre più violenti scontri e bombardamenti.
La popolazione subì pesantemente il dramma della guerra con morti, violenza, stenti e nascosta per 56 giorni nel sottosuolo fino al 19 marzo 1944, quando giunse l’ordine di sfollare la città.
Cisterna, infine, venne definitivamente liberata dagli alleati circa due mesi più tardi consentendo alle truppe americane l’ingresso a Roma».
«A quei tanti giovani americani che lasciarono le proprie case e famiglie e che trovarono la morte per liberare il nostro popolo e la nostra città dall’invasore, è dedicato il gemellaggio con la città di Fort Smith e rivolgiamo la nostra gratitudine.
Le colonne di Isolabella, che conservano i fori dei proiettili della battaglia, sono monumento e testimonianza del loro estremo sacrificio, ma debbono essere anche lezione dell’assurdità di ogni guerra, una lezione che a distanza di 79 anni l’umanità non ha ancora imparato».
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Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2024, 12:23